Aquile del Conero Moto Guzzi Club Ancona

Giro nel Parco Nazionale del Mercantour (FR)- Settembre 2011

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AndreaM.
view post Posted on 17/9/2012, 21:44     +1   -1




Colle de la Lombarde – Cima de la Bonette – Gorge de Daluis – Gorge du Cians

Dopo aver visitato negli anni scorsi il canyon del Verdon e la gorge Du Loup mi mancavano solo le Gorges de Daluis e quella du Cians per completare il gruppo delle gole più importanti e belle poste nell’area delle Alpi Marittime Francesi.

Come al solito approfitto dell’ospitalità dei genitori dell’Ale e fisso come base di partenza Finale Ligure, il giro di massima me lo sono preparato con attenzione arricchendolo con alcune mete interessanti e diverse strade panoramiche.

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A lavoro ultimato mi rendo conto che forse mi è venuto un po’ lunghetto per un giro da 1 giorno però confido molto sulle buone doti dinamiche della Stelviona ma soprattutto sulla resistenza indomabile dell’Ale!

L’avventura inizia in una bella mattinata di sole, un po’ tardi, tra una cosa e l’altra siamo in sella alle nove del mattino, il percorso per l’andata prevede di evitare tratte autostradali salendo dalla Liguria e dal mare di Finale Ligure fino al Piemonte della Val Bormida percorrendo la SP 490 del Melogno.

E’ una strada molto bella che ho già percorso altre volte, si snoda attraverso una foreste piena di faggi secolari, betulle e pini, aceri e frassini, uno spettacolo per gli occhi, quando poi si raggiunge il colle del Melogno a 1027 metri ci si trova proprio davanti alla vecchia fortezza militare, risalente a fine ‘800 e realizzata dal Regio Esercito.

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Il passaggio obbligato all’interno dell’arco della fortezza è molto suggestivo e merita di essere fatto a passo d’uomo.

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La strada, sempre bella, prosegue sempre in mezzo al verde fino a Calizzano per poi raggiungere il bivio di Bagnasco. Svoltiamo a destra in direzione di Ceva, da qui la strada perde di interesse, raggiungiamo velocemente Ceva, attraversiamo Mondovì ed infine sfioriamo Cuneo seguendo le indicazione per la Francia , al bivio di Borgo San Dalmazio imbocchiamo finalmente la SS 21 della Maddalena, dopo circa 30 chilometri lasciamo la trafficata strada statale, all’incirca in prossimità del paesino di Vinadio, svoltando a sinistra in direzione del Colle della Lombarda.

Si tratta del valico minore dei tre che permettono di raggiungere la Francia dalla zona di Cuneo: Colle della Maddalena, Colle della Lombarda e Colle di Tenda. La strada è stretta e non permette il transito di traffico pesante, quindi niente camion, pochissime auto, diverse moto e qualche eroico ciclista.

La strada è veramente bella, i paesaggi sono all’altezza delle mie aspettative, si sale rapidamente per quasi 22 chilometri fino a quota 2350 metri, costeggiando il fiume in una serie di tornanti che attraversano un’alternanza si zone boschive, pianure scoscese, lunghi costoni rocciosi fino a raggiungere in vetta una zona rocciosa con scarsissima vegetazione e costellata da piccoli laghi alpini.

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Conquistata la vetta siamo subito ripartiti superando il confine di stato e raggiungendo in pochi chilometri il centro di “Isola 2000” dove ci siamo fermati per consumare velocemente uno scarso ma in compenso costoso pranzo!

Per fortuna la bella strada che si porta a Isola mi fa dimenticare presto il pranzo, si scende per 17 chilometri fino ad arrivare al centro del paese, raggiunto il bivio svoltiamo a destra e ci immettiamo sulla dipartimentale D2205, torna a farsi vedere un po’ di traffico, più che altro tante moto, siamo infatti su una delle più note strade delle Alpi Marittime, quella che porta al famoso Colle della Bonette, battutissimo dai motociclisti di tutta Europa perché con i suoi 2715 metri è considerato uno dei passi carrozzabili più alti d’Europa.

L’asfalto è buono e ogni tanto il panorama regala qualche bell’immagine, dopo una lunga salita raggiungiamo il colle e prendiamo subito a sinistra la stradina che gira ad anello attorno alla cima vera e propria del monte, ci fermiamo nel punto più alto dove è posato un cippo commemorativo,

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qui siamo a 2.802 metri, parcheggiamo ovviamente a fianco dell’unica Guzzi presente e ci fermiamo per qualche foto scambiando anche 2 chiacchiere con qualcuno dei tanti motociclisti presenti.

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Il panorama è abbastanza desolato e privo di colori (a parte l’azzurro del celo), sarà anche famosa questa strada però quando penso alla bellezza assoluta dei passi delle dolomiti il paragone è impietoso per la montagna Francese.

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Ripartiamo dopo pochi minuti concludendo il breve anello, all’incrocio teniamo la sinistra iniziando la discesa dal lato opposto del monte, il traffico di moto diminuisce, la strada fino al bivio di Jausiers non è male, qualche laghetto alpino, una vecchia caserma abbandonata qualche bel panorama, poi raggiunto l’incrocio svoltiamo a sinistra sulla trafficata D900 fino a Barcelonnette dove ci fermiamo a riposare un attimo e a reintegrare un po’ di liquidi. Fatto il pieno d’acqua noi e quello di benzina la Stelvio prendiamo verso sud e ricominciamo a salire fino a raggiungere i 2247 metri del ventoso colle d’Allos, strada stretta ma bella, pochissimo traffico e, soprattutto nel primo tratto, tanto verde.

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Iniziamo di nuovo a scendere lungo la valle fino a raggiungere il centro di Colmars, da qui lasciamo la strada principale, svoltiamo a sinistra in uno strettissimo viottolo mal in arnese appena segnalato, dopo aver vinto qualche perplessità decidiamo di avventurarci lungo questa stradina che ci porterà all’ennesimo passo, il Col des Champs, in un percorso che alterna asfalto ben tenuto a tratti decisamente dissestati, con tanti tornanti e un traffico pressoché inesistente, immersi nella natura tra boschi e prati fino a raggiungere i 2045 metri di quota, nonostante i dubbi iniziali alla fine si è rivelata una felice variazione del percorso previsto.

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Ridiscesi dal colle ci immettiamo sulla più veloce D2202 fino ad arrivare a Guillaumes, siamo arrivati finalmente alle Gorge de Daluis,

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veramente spettacolare, la roccia si fa improvvisamente di un colore rosso sangue, la strada penetra più volte tra le rocce vinaccia grazie ad una serie di brevissime gallerie, il canyon non è profondo come quello del Verdon ma si fa rispettare!

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I punti dove fermarsi per godere del panorama sono tanti,

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è un tratto relativamente breve, giusto un 10 – 15 chilometri quindi vale la pena goderselo appieno a bassa velocità. Facciamo una breve pausa in un punto particolarmente suggestivo per scattare qualche foto.

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Il tratto più suggestivo finisce praticamente quando si raggiunge la quota del fiume, le rocce tornano di un colore normale, la vallata si allarga perdendo di interesse e la strada si fa più veloce,

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incomincia a farsi tardi quindi aumento decisamente il ritmo, raggiungo in un attimo il bivio sulla D4202 e svoltiamo a sinistra in direzione Nizza, altrettanto velocemente percorro i 20 chilometri che mi separano dal bivio che ci porterà su alla Gorge du Cians.

Volto a sinistra lasciano la strada principale e iniziamo nuovamente a salire, purtroppo siamo oramai nel tardo pomeriggio e la luce inizia a venire meno sempre più velocemente.

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La gola si divide in due parti l’inferiore e, ovviamente, la superiore e ripropone la stessa spettacolare roccia rosso amaranto della Gorge de Daluis, ci ritroviamo il fiume a destra. Complice l’imbrunire alcune gole con il loro color sanguigno mi appaiono come lunghe ferite aperte tra il verde smeraldo dei boschi, in mezzo a queste crepe spuntano veloci e brillanti cascatelle di acqua spumeggiante, il contrasto tra il bianco luminoso e quasi latteo dell’acqua e la pietra rossa è strano e suggestivo.

Lungo il percorso sono state realizzati diversi nuovi tunnel per mettere in sicurezza il traffico stradale nei tratti più stretti e pericolosi, in corrispondenza dell’inizio e della fine di queste gallerie è ancora possibile in realtà percorrere, solo a piedi, il percorso originario della strada che corre parallelo ed esterno alla galleria seguendo il percorso del fiume. Alcuni blocchi di cemento dovrebbero impedire il passaggio dei veicoli a motore, ma spesso sono posti ad una distanza l’uno dall’altro che volendo consente comunque il passo ad una moto, vinto dalla curiosità decido così di contravvenire alle indicazioni di divieto e anche un po’ al buon senso e ci infiliamo lungo a uno di questi stretti passaggi, siamo presi tra due alte pareti verticali, alla nostra destra da qualche parte tra le profonde fenditure della roccia sento scorrere invisibile l’acqua, al nostro passaggio si alzano in volo uno stormo di uccelli disturbati dal rumore del motorone, ci svolazzano attorno, stretti anche loro all’interno della gola, a terra un tappeto di schegge rosso sangue franate dalle pareti scoscese, segno che forse non era stata una così brutta idea chiudere la strada al traffico a motore….

Avanzo a passo d’uomo in questa sorta di terra di mezzo, in alcuni punti non si riesce nemmeno a intravedere il cielo tanto siamo immersi in questa profonda ed angusta fenditura, lo ammetto, mi sento un po’ esploratore di mondi sconosciuti e la sensazione che provo mi piace un casino.

Alla fine sbuchiamo dall’altra parte, torniamo al mondo reale immettendoci sulla strada “normale”, saliamo ancora, oramai si è fatto buio, siamo quasi alla fine della gola superiore, proseguiamo fino a Beull sperando di trovare un posto per cenare ma il paese sembra deserto, tutto chiuso.

L’idea iniziale era di proseguire ancora affrontando un altro paio di passi ma oramai è completamente buio e non avrebbe senso, così decidiamo di tornare indietro e ripercorrere in discesa la Gorge du Cians per tornare poi sulla strada principale che porta a Nizza.

Dopo esserci fermati per una veloce pizza Francese nel primo paesino incontrato (stranamente anche buona) partiamo sparati lungo la veloce strada nella vallata del fiume Var fino ad arrivare a Nizza, da qui imbocchiamo l’autostrada in direzione Genova fino a raggiungere Finale Ligure, unica deviazione nei pressi di Monaco dove lasciamo l’autostrada per un breve tratto tra La Turbie e Mentone per percorrere la strada panoramica e ammirare il brillare delle luci di Montecarlo e Cap Martin nella notte.

Alla fine rientriamo a Finale Ligure a mezzanotte passata. Un bel giro di 600 chilometri fatto in 15 ore (compreso le soste), grazie alla mia fantastica Moto Guzzi Stelvio e all’instancabile e inarrestabile Ale, perfetta compagna di viaggio, che mi segue sempre senza mai (o quasi) lamentarsi.
 
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